Gioi, una disamina storico-religiosa sul culto della Madonna del Rosario

Gioi, una disamina storico-religiosa sul culto della Madonna del Rosario
Gioi, campanile Sant'Eustachio (foto Giuseppe Conte)

L’immagine della Madonna del Rosario a Gioi è custodita nella chiesa di Sant’Eustachio, la più grande di Gioi e un tempo costituiva una delle due parrocchie del paese rimaste distinte e affidate a due parroci diversi fino ai primi anni ’70 del Novecento. Oggi ne conserva la titolazione parrocchiale in modo congiunto insieme a San Nicola.

Gioi, la Madonna del Rosario “patrona”

Nel corso dei secoli calamità soprattutto di natura epidemica hanno innescato un meccanismo socio-religioso che, spesso, si è tradotto nell’avvicinamento alla figure celesti in modo incondizionato. Malattie febbrili e di carattere soprattutto pestifero hanno di certo condizionato la quotidianità delle genti che, in una sequenza temporale piuttosto ampia hanno determinato l’affidamento spirituale, dapprima alla figura di Santa Maria intesa come “Madre della Chiesa”. Nello specifico, nella prima metà del Seicento un tremendo mal di gola colpì diversi casali, tra cui Gioi, e in alcuni casi decimò la popolazione facendo danni non secondi neppure alla peste. Nel capoluogo dell’Antico Stato si corse ai ripari invocando la protezione di San Biagio, patrono per antonomasia della gola. Analogamente nell’ottobre del 1645, la Vergine con il titolo del “Ss. Rosario” fu proclamata protettrice di Gioi, ereditando, probabilmente, la devozione che fino a circa un secolo prima, deteneva la Madonna nelle vesti “del Carmelo”.

La Madonna e San Nicola

Tuttavia, il nuovo assetto spirituale che si impose nella comunità di Gioi, non ebbe lo stesso forte rilievo che invece aveva investito la figura di San Nicola di Bari chiamato a intercedere già prima e più volte in favore del popolo gioiese. Lo testimonia la volontà di cambiare addirittura la titolazione della chiesa di Santa Maria del Carmine la quale nella seconda metà del XVI secolo viene posta sotto il nome del potente taumaturgo.

Gioi, “il Volo dell’Angelo” e “l’incendio del Campanile”

Il “Volo dell’Angelo” appartiene a una teatralità ben radicata nell’area del Monte Stella mentre risulta poco praticata nelle terre poste storicamente ai margini o ai confini del Cilento Antico. A Gioi, tale espressività, infatti, compare sulla scena negli anni ‘30 del XX secolo e, probabilmente, rimane attiva fino agli anni ‘50. Negli anni ‘80 poi questa usanza, divenuta nel mentre tradizione, riaffiora nuovamente nel panorama socio-culturale gioiese rendendosi parte indissolubile nei festeggiamenti in onore della Vergine. Agli anni ’50 del Novecento, invece, risale “l’incendio del campanile”, uno spettacolo pirotecnico messo in scena dal Cav. Giovanni Botti di Salento, divenuto nel tempo un attrattore collaterale in occasione della ricorrenza della Madonna del Rosario a Gioi.

La ricorrenza si tiene la prima domenica di ottobre:

Domenica 6 ottobre 2024 la Santa Messa si celebra alle 08:00, 10,45 e 17:00. Quest’ultima seguita dalla consueta processione.

Giuseppe Conte

Giuseppe Conte è nato ad Agropoli (Sa). Coltiva la sua passione per la scrittura attraverso contribuiti soprattutto di carattere culturale. Si occupa di tradizioni, con particolare attenzione alla componente religiosa, tramite ricerche originali e personali. Racconta il Cilento attraverso fatti e memorie. È stato ideatore e gestore del blog cilentoitalia e dal 2019 di lineacilento.it. Appassionato di gastronomia realizza volentieri anche articoli di cucina. Per contatti: info@lineacilento.it

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