Focare di Natale: il linguaggio del fuoco nel Cilento
Nel Meridione d’Italia, una consuetudine molto diffusa, porta all’accensione di un grande falò nel giorno di vigilia. In Cilento si conferma una tradizione plurisecolare quella delle focare. Nella tradizione cristiana il fuoco ha un grande valore simbolico: emula la luce che schiarisce le tenebre con la nascita del Cristo. Secondo la credenza il falò di vigilia si accende proprio per accogliere con calore il Bambin Gesù. L’essenza primordiale nel corso del tempo è in parte svanita, ma conserva una peculiarità: quella dell’essere stimolo di aggregazione e riconciliazione.
Cilento: il linguaggio delle “fòcare”
Fin dai tempi più remoti il fuoco è investito di un alto valore simbolico che si riflette in modo incessante nella tradizione cristiana. Le occasioni in cui si accendono grandi focare un tempo erano numerose, ora invece sono notevolmente ridotte. Sostanzialmente, le ragione che portano a questo rituale sono custodite nei significati religiosi. Per i cattolici, in particolare, il fuoco purifica, illumina e soprattutto scaccia il male. Nel Cilento si parla in modo generalizzato di focare, ma in verità vi sono più espressioni che ne rivendicano la genesi. Così, ai falò, si affiancano generalmente le focare e poi fochere (Mandia), focari e fanoje. In tutti i casi la sostanza è la stessa, mutando solamente l’onomastica.
Cilento, una tradizione che sopravvive
Diverse comunità riescono ancora oggi a mantenere vive alcune peculiarità legate proprio al falò di Natale. Elemento cardine e comune a tutte le realtà è il rito dell’accensione che avviene nel tardo pomeriggio o all’inizio della celebrazione della Santa Messa. In genere il fuoco prende forma nello slargo antistante la principale chiesa del paese, ma per ragioni logistiche ora si realizzano anche nella piazza o comunque dove gli spazi sono più adeguati.
I focari di Piaggine
Singolare e particolarmente rappresentativa la consuetudine che ritroviamo a Piaggine. Qui i falò di vigilia diventano rionali dando vita quasi ad una competizione per grandezza, originalità e soprattutto per senso di appartenenza diventando momenti conviviali. Storicamente si accendono nei quartieri ‘a tempa, ‘i coste, ‘i monaci‘ e a chiazza.
Il ciocco di Campora
Densa di significato, invece, è l’usanza che spesso viene mantenuta a Campora. Si racconta che un ciocco della focara venisse portato a casa dopo la benedizione per alimentare il proprio fuoco. In tal modo si compiva un rituale ben augurale.