Omignano Scalo, Sant’Antonio patrono “dei viaggiatori”
Omignano Scalo, la storica fermata del Cilento, con l’istituzione della parrocchia e della festività di Sant’Antonio da Padova, raggiunse quella completezza che portò la borgata a imporsi come un importante riferimento per le contrade circostanti. La “Stazione”, ora, poteva assolvere a quel ruolo socio-economico che contraddistingueva i centri attrattori negli anni ’50 del Novecento.
Omignano Scalo
Omignano Scalo ha una storia recente. Nel 1887 viene inaugurata la fermata che ben presto conoscerà un forte sviluppo demografico ed economico, grazie alla felice posizione che trova spazio tra la Strada Statale 18 e il fiume Alento nel territorio di Salento. I primi abitanti possono considerarsi gli stessi ferrovieri. Loro si aggiunsero ai pochi coloni che già lavoravano in quei campi e man mano a piccoli commercianti. Non è azzardato affermare, dunque, che l’iniziale vocazione impiegatizia nelle ferrovie, fu dapprima affiancata dall’agricoltura e poi dal commercio che si è affermato sul fronte di diversi servizi.
La nascita di una comunità
Quella comunità che ormai aveva preso il nome di “Omignano Scalo” raggiunse la sua completezza con l’istituzione della parrocchia. Nel 1952 il Vescovo Domenico Savarese consacrò la chiesa sotto il titolo di Sant’Antonio di Padova. La costruzione ebbe inizio, con molta probabilità, alla fine degli anni ‘30 del Novecento e le prime celebrazioni vi furono officiate nel decennio successivo. In origine, all’interno, colpiva l’Altare Maggiore che, nella sua semplicità, trasudava i segni della speranza e di tanti sacrifici. La statua di Sant’Antonio, poi, palesava una grande devozione. Conserverà questa conformazione fino ai primi importanti lavori di rifacimento che, tra l’altro, arricchirono la chiesa di altri arredi. Al nuovo secolo, invece, risale l’edificazione del campanile.
La devozione a Sant’Antonio
A differenza della nascita della borgata, il culto di Sant’Antonio in questo luogo non è da considerarsi molto recente. È chiaro che non ha nemmeno una genesi antica se si considerano le stesse vicende della comunità; tuttavia lo stretto legame con Omignano rappresenta la continuità e un rafforzamento dovuto proprio alla presenza dello Scalo. Il Santo da Padova, infatti, già prima della costruzione della fermata, trovava il suo spazio nelle contrade poste sulla riva opposta del fiume giacché in località Cerreta esisteva una piccola cappella rurale che ne portava il nome dove ancora oggi l’ultima domenica di giugno si tiene la festa di “Sant’Antonio dei Ciccioli”. Molte famiglie che abitavano in queste contrade, con l’istituzione della fermata si trasferirono più a valle ed è accettabile che portarono con sé anche il culto verso Sant’Antonio.
Omignano Scalo scelse il “Patrono dei viaggiatori”
Come abbiamo visto i primi a popolare la borgata furono i ferrovieri. Tanti di loro provenivano da zone distanti e l’esigenza di stabilirsi in loco fu una necessità. Diedero vita a quel piccolo centro che ben presto divenne un punto di riferimento per i cilentani che dovevano spostarsi. Considerando che Sant’Antonio è anche patrono dei viaggiatori mi viene da pensare che il motivo della scelta non fu per nulla casuale. E da qui tanti cilentani partivano alla ricerca del loro futuro e molto probabilmente ponevano nelle mani di un gran Santo le loro speranze: Sant’Antonio di Padova per l’appunto che è considerato patrono pure dei viaggiatori. Quel che è certo è che nel corso degli anni la devozioni si è sempre mantenuta viva. La festività, che agli inizi si teneva il 13 giugno, fu poi posticipata alla prima domenica di agosto.