San Vito nel Cilento, le memorie di un martire lucano
Secondo i racconti San Vito nacque in Sicilia e morì nelle terre dell’Antica Lucania. La figura del giovane martire è fra quelle cristiane più discusse per l’impossibilità di tracciare un’adeguata agiografia.
San Vito, note agiografiche
Sono tanti i dati in merito alla biografia di San Vito che emergono in diversi documenti, ma spesso sono in contrasto fra loro e proprio per questo nei secoli si è addirittura ipotizzata l’esistenza di più martiri con il nome di Vito. Uno dei dati più in dubbio riguarda l’età in cui volò in cielo. Alcuni scritti sostengono che fu martirizzato a 15 anni, altri, invece, ipotizzano a 12 e altri ancora ad appena 7. Quel che è più o meno veritiero e accettabile è l’anno della morte che viene fissato nel 303, ai tempi dell’imperatore Diocleziano. San Vito, subì, infatti, la grande persecuzione giacché non si piegò al volere dei potenti professando la sua fede in Dio.
San Vito, una delle tante leggende
La leggenda, invece, sostiene che gran parte delle sue gesta si siano compiute nella piana del Sele ed è certamente per questo che il suo culto è molto vivo e partecipato nella provincia di Salerno. Fra antichi riti e tradizioni andremo adesso ad indicare i luoghi e gli scenari devozionali che insistono in tutto il territorio. La città di Eboli è uno dei centri principali in cui si ricordano le memorie del giovane santo lucano. Nel suo territorio si trova la chiesa di San Vito al Sele che, secondo la leggenda, venne edificata nel luogo in cui i Santi Vito, Modesto e Crescenzia subirono il martirio e risale al X secolo. Sempre nella piana del Sele anche a Capaccio ritroviamo una grande devozione. Qui la tradizione ci dice che San Vito portò le sue parole insieme alle prediche cristiane.
Felitto
Nella valle del Calore San Vito è patrono di Felitto. Nei pressi del fiume Pietra si trova una piccola cappella risalente alla metà del XIX secolo che sostituisce un’antica chiesa che venne distrutta da un’inondazione. Il sito ha rivestito da sempre una certa importanza, non solo a livello spirituale, ma anche per i risvolti economici che ne conseguirono. Infatti, fin dagli inizi del XVIII secolo il luogo fu scenario di una fiera nota soprattutto per il commercio del bestiame. Oggi restano vive altre usanze che seguono ancora vecchie tradizioni. Dal paese, in processione, il 12 giugno si raggiunge la cappella campestre. Il corteo, animato dalla fede, sulla via del ritorno riceve come ristoro e come segno benaugurale i caratteristici ‘taralli’. Si racconta che questi pani abbiano un valore simbolico dovuto proprio all’affidamento a San Vito che, tra l’altro, veniva spesso invocato per la protezione dei campi.
Riti propiziatori
Ci si propiziava così un abbondante raccolto di grano nei giorni a seguire, tempo proprio di mietitura. Lasciando Felitto e spostandoci verso le terre circostanti, il culto di San Vito appare ben radicato in numerose realtà, tutte località che un tempo erano sostanzialmente vocate all’agricoltura e alla pastorizia come Campora, Stio e Magliano. Il culto di San Vito ha sempre avuto un forte risalto nel Cilento basti pensare alle località che fondono la loro storia con quella del giovane martire. In particolare nell’antico ‘Stato di Gioi’ le tracce del culto conservano memorie secolari e si riflettono su interessanti abitudini che in parte ancora si ripetono.
Ostigliano
Ad Ostigliano, che è un piccolo paese situato su una collina che fa da sponda al fiume Alento, fino agli anni ‘60 del secolo scorso è esistita una cappella dedicata a San Vito. Agli inizi del Novecento questa chiesetta era meta di numerosi fedeli. Le celebrazioni sfioriscono poi con la caduta dei muri perimetrali a seguito di una frana. Le memorie locali però ancora raccontano di quando si benedivano gli animali e si vendeva il raccolto primaverile. Vi è poi da rilevare che, fra i luoghi dedicati al culto di San Vito, una certa notorietà era dovuta alla presenza di tre statuette che, oltre a San Vito, rappresentavano la nutrice Crescenzia e il maestro Modesto.
San Vito, altri luoghi e altre memorie
Avendo come riferimento sempre il Cilento, ma ora nella sua parte più antica, il giovane martire lo ritroviamo a Valle Cilento e a Matonti e in altri luoghi che oggi appaiono meno evocativi. Il culto, poi, in provincia di Salerno, si chiude a Sapri. La città della Spigolatrice è particolarmente legata al suo patrono e custodisce le storie di alcuni dei suoi miracoli.