I Santuari Mariani, le 7 sorelle del Cilento
I Santuari Mariani, le 7 sorelle del Cilento raccontate dal principe Antinolfi
Quest’oggi il principe Mauro VIII Antinolfi, discendente di un millenario Casato, appunto il Casato Atenolfo Antinolfi, ha voluto proporre un viaggio nel viaggio, un percorso che è prima di tutto interiore. La storia delle sette chiese denominate delle sette sorelle del Cilento cammini spirituali non necessariamente cammini religiosi ma percorsi per perdersi e ritrovarsi, trovando una nuova dimensione attraverso la meditazione.
Il cammino è un elemento costante della storia dell’uomo, dal viaggio alla ricerca di cibo e riparo al percorso del pellegrino alla ricerca di un contatto con la divinità. Ogni cultura e ogni popolo ha camminato e facendolo ha conosciuto se stesso e incontrato l’altro. L’Italia, si sa, è terra di pellegrinaggi e il Cilento vanta numerosi santuari chiese e percorsi che raccontano di prodigi, miracoli o anche solo di leggende. I santuari o le chiese sono al tempo stesso luoghi noti e un concetto le cui implicazioni sono vaste.
La storia comparata delle religioni, la storia delle tradizioni popolari, l’antropologia così come il diritto hanno contribuito in misura diversa allo studio e alla comprensione dei diversi fenomeni storici, sociali ed economici coinvolti nella nascita ed evoluzione di questi singolari luoghi di culto. Sebbene dei luoghi dalle analoghe caratteristiche esistano fin dall’antichità, è soltanto a partire da un’epoca molto recente che se ne circoscrivono proprietà e caratteri sia morfologici che tipologici.
Tra le fonti della lingua italiana di matrice sia ecclesiastica che classica risalenti all’Ottocento, la definizione si riferisce principalmente a un luogo santo, al posto riservato alla conservazione delle reliquie del santo o più in generale alla chiesa dove si conservano dei simulacri di sacralità. Neppure risalendo all’etimologia si riesce a centrare perfettamente il concetto di santuario nel suo uso moderno e contemporaneo: è noto che il termine deriva dal latino sanctus ma nulla aggiunge del lato storico, cognitivo e vissuto che caratterizza invece i santuari nelle diverse epoche.
Se il santuario è principalmente un luogo sacro, il pellegrinaggio è il cammino privilegiato per raggiungerlo in modo santo. Entrambi dicono di una relazione fra gli uomini e Dio, come si è stabilita in un luogo e in un tempo determinati e come può avvenire nuovamente nell’incontro tra i fedeli e quel luogo sacro. Ma oltre al fatto letterario andiamo a capire la tradizione delle Sette chiese sorelle del Cilento forse si lega alla consuetudine di visitare le sette Basiliche Patriarcali di Roma in occasione del Giubileo.
L’itinerario è molto suggestivo per la storia che lega le diverse chiese ma anche dal punto di vista paesaggistico e naturalistico. I santuari mariani e le cappelle dedicate alla Madonna sette, nella Bibbia, è il numero della pienezza. Si potrebbe pensare che anche la denominazione delle “sette sorelle”, vada interpretata come simbolo di pienezza. In effetti, il visitatore che si inerpica tra le colline cilentane, troverà un numero variegato di cappelle dedicate alla Madonna, poste in luoghi incantevoli.
I santuari mariani hanno dato ai fedeli la forza di andare avanti. Dietro i quadretti e i ceri votivi, le candele accese, ci sono i volti delle persone che lungo i secoli si sono alternate per visitare la Madonna, per chiedere le “grazie”. C’è un sorriso all’inizio della nostra vita, quello che ci ha svegliato ad un’esistenza individuale e relazionale, il sorriso della nostra mamma. Sulle sette chiese “sorelle”, dedicate alla Madonna, ogni luogo conserva una sua tradizione orale. Infatti, secondo alcuni, le sette chiese più che mostrare immagini pressoché identiche della Vergine, tenderebbero a mettere in evidenza qualcosa nella singolarità della loro ubicazione: tutte che si diramano dal mare verso l’interno. Le sette chiese sorelle del Cilento sono:
Cappella della Madonna della Civitella, Pellare – Moio della Civitella, Monte Civitella;
Santuario della Madonna del Sacro Monte, Novi Velia, Monte Gelbison o Sacro
Santuario della Madonna del Carmine, Catona, Monte del Carmine (Catona frazione di Ascea)
Cappella della Madonna del Carmine – Cardile ( è l’unica frazione di Gioi)
Cappella della Madonna del Principio – Mandia (frazione di Ascea).
Cappella della Madonna della Stella, Omignano;
Cappella della Madonna di Costantinopoli o del Ponte – Terradura (frazione di Ascea)
Infatti i santuari mariani narrano straordinarie pagine di storia religiosa, civile e di costume, che hanno ritmato l’evolversi dei secoli nel Cilento e consigliano escursioni cariche di emozioni. Dostoevskij scriveva “la bellezza salverà il mondo”, mentre San Tommaso d’Aquino dei principi Atenolfo d’Aquino affermava che l’essere di Dio si rifletteva nell’unità, nella bontà, nella verità e nella bellezza. Ed è proprio la bellezza che caratterizza questi sette santuari mariani che si adagiano su colline, monti o lungo fiumare, formando un cerchio immaginario sulla vallata dell’Alento in cui le Madonne sembrano guardarsi tra di loro.