Cardile, la riscoperta dell’antica cappella di San Salvatore
Nasce a Cardile un opuscolo che racconta della cappella di San Salvatore che, probabilmente, resta l’unica testimonianza dell’esistenza dell’antico casale ti Tiano (o Teano), un vecchio insediamento sorto tra le colline di Gioi.
Un lavoro voluto dall’Oratorio
Scopo cardine del lavoro condotto dall’Oratorio ANSPI – San Giovanni Bosco di Cardile è la valorizzazione storica e culturale di un piccolo centro riportando alla luce un sito archeologico che, fin dai tempi passati, suscita la curiosità degli stessi cardilesi. Ciò è sostanzialmente dovuto al fatto che, la cappella di San Salvatore, oggetto di questa indagine, conserva tra le sue dirute mura una storia che ha il sapore della leggenda soprattutto per l’assenza di un’adeguata documentazione che impedisce oggi un’analisi attenta e meticolosa. Nonostante queste difficoltà, però, sono stati diversi i professionisti che, a vario titolo, hanno collaborato alla realizzazione di un’opera che possa stimolare, in modo sempre crescente, l’interesse e anche la sola curiosità non solo di studiosi del settore, ma anche di semplici cittadini che, in tal modo, si riappropriano delle loro origini.
Cardile, la cappella di San Salvatore
Secondo la tradizione la chiesetta di San Salvatore è quello che resta dell’antica Tiano che, nei racconti locali, identifica il primo sito abitato in territorio di Cardile. Anzi, quest’ultimo, sarebbe sorto proprio grazie agli abitanti di Tiano che, per ragioni oggettive, dovettero quasi certamente abbandonare l’abitato. Si racconta che la causa di questo esodo fu un esercito di formiche. Si tratta di una leggenda molto diffusa nel Cilento e che interessa numerosi paesi. Queste narrazioni, tuttavia, tra l’altro hanno un compito importante, quello di preservare indirettamente la storia reale di un luogo. E poi questa è soltanto una delle storielle che aleggiano intorno alla cappella di San Salvatore. Fino alla vigilia dell’abbandono, infatti, la storia della chiesetta è costellata di racconti che giungono agevolmente al periodo in cui gli abitanti dovettero lasciare definitivamente le loro case e, verosimilmente, si ritirarono in quella zona della collina dove poi nacque Cardile.
La cappella nella storia documentaria
Tiano e Cardile, dunque, rappresentano la continuità temporale di una stessa realtà, accentuata da gesti memorabili che ne hanno sancito l’unione indiscussa. A tal proposito, tra le righe dell’opuscolo, si legge Del Casale di Teano non sono rimaste neppure le pietre delle case, perché gli abitanti se le portarono via da lì fin dove fu costruito poi Cardile, utilizzando quelle stesse pietre di Teano per edificare le nuove abitazioni[…]. Invece, a proposito della struttura architettonica della cappella di San Salvatore si dice che La tecnica costruttiva della struttura conservata è in blocchetti di pietra locale pseudo squadrati legati da malta. Il perimetro quadrato conserva ancora, riconoscibile, il varco della porta d’ingresso orientata ad ovest. Il muro settentrionale è il più conservato in altezza, essendo stato integrato in una struttura colonica moderna. Il lato est è conservato per la metà nord- sud.