Valle Cilento, ‘San Nicola e la primavera’: una storia di fine Ottocento…
Valle Cilento è fra i paesi più caratteristici del territorio: situato alle pendici del Monte Stella, un tempo ha notevolmente contribuito allo sviluppo economico locale. Oggi, fra le sue pagine di storia, si conservano ancora le festività cristiane.
Valle Cilento
Il nome del casale, nella sua semplicità, evoca una storia secolare che ha segnato lo sviluppo sociale ed economico del territorio. L’abitato, che si compone degli storici rioni Cafari, Cafarelli, Piano, Godisole e Vicinanza, presente interessanti architetture sia dal punto di vista religioso che civile. La componente cristiana è dominata dalla presenza importanti chiese: quella di San Nicola, che detiene la funzione di parrocchia e quella di Santa Maria delle Valletelle che rappresenta uno straordinario esempio di devozione popolare. Il Palazzo Coppola, invece, con la sua imponenza, lascia facilmente intuire l’importanza che ebbe per la vita del paese. Parimenti interessanti sono gli straordinari esempi di altre abitazioni signorili, fra cui va ricordato Palazzo Altomare. Oltre l’abitato, poi, discendendo verso il confine con la municipalità di Lustra, si susseguono una una serie di mulini ad acqua, che talvolta si mostrano con maestose e possenti strutture.
La devozione a San Nicola
La chiesa parrocchiale dedicata a San Nicola si trova in posizione centrale rispetto agli storici rioni. Questi ‘quartieri’, un tempo brulicanti di vita, sono da sempre spiritualmente uniti nel nome del Santo patrono: San Nicola di Bari. Oggi la chiesa appare secondo le modifiche che si sono avute negli ultimi secoli. All’interno, fra le altre opere, è custodita l’immagine del protettore. San Nicola, fin dai tempi passati, è stato portato in processione più volte all’anno. Il 6 dicembre, giorno della solennità liturgica, oggi rappresenta un momento prettamente religioso. La prima domenica di agosto, invece, la processione è molto partecipata e culmina con una festività popolare. Vi è poi la ricorrenza di aprile che, a differenza delle altre, pone alla sua base una tradizione dai connotati leggendari.
Una storia dei fine Ottocento…
Secondo la tradizione, in un anno imprecisato della seconda metà del XIX secolo, le piogge scarseggiarono fra l’inverno e la primavera. Temendo per il raccolto del grano, i braccianti si rivolsero a San Nicola chiedendo il suo intervento. Era l’ultima domenica di aprile e i fedeli decisero di portate il patrono in processione. Si racconta che, non appena la statua uscì dalla chiesa, la pioggia iniziò a cadere. Da allora, come ringraziamento, ogni anno si rievoca la tradizione con la caratteristica processione. Accresce così una devozione secolare e che è bello immaginare come una rinascita di primavera…
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