Moio della Civitella, fascino e mistero nell’antico ‘rito delle croci’

Moio della Civitella, fascino e mistero nell’antico ‘rito delle croci’
La chiesetta dell'Annunziata prima del restauro degli anni '80 del secolo scorso (foto Luigi Scarpa)

(Le tradizioni di questo periodo sono giustamente sospese per il difficile momento che sta attraversando l’Italia e il mondo intero: mi piace ricordarle augurandoci un presto ritorno alla quotidianità)

Moio della Civitella, 22-03-2020. Il territorio comunale si addensa con gli abitati del capoluogo e della frazione Pellare, alle pendici del Monte Civitella. Tra i castagni dell’altura, i resti di un antico baluardo difensivo testimoniano la ricca storia di questi luoghi. Vi si trova la cappella dell’Annunziata, la cui origine potrebbe attestarsi intorno al XV secolo. Lo spiazzo antistante è scenario dell’antico rito che prevede la benedizione delle croci.

Moio della Civitella: il rito delle croci

Il ‘rito delle croci’, evocato su quel colle che trasuda secoli di storia, è di certo antichissimo. Proprio per la sua longevità è complicata la disamina dell’origine. Molto probabilmente è un’eredità culturale che arriva da popoli antichi, prima di essere trasbordata, in epoche lontane, in questo remoto territorio. Il rito si celebra il 25 marzo giorno dedicato all’Annunciazione del Signore (o Annunciazione della beata Vergine Maria) e più popolarmente semplicemente l’Annunziata. Proprio a Maria Santissima Annunziata è consacrata la cappella posta sulla sommità della collina ricadente nel territorio di Moio della Civitella che, palesemente, ne conserva il nome. Le croci vengono realizzate con legnetti di castagno. Senza eccesso di laboriosità, si combinano tra loro formando la caratteristica forma della ‘croce’. Terminata la benedizione vengono portate nei campi dove, si presume, debbano impartire la loro protezione. Generalmente sono poste nelle vigne che in queste terre assumano particolare celebrità.

cappella della Madonna della Civitella
La chiesetta dell’Annunziata prima del restauro degli anni ’80 del secolo scorso (foto Luigi Scarpa)

Significati e raffronti

Non avendo memorie che possano restituire spunti di riflessione, né tanto meno una buona documentazione che risenta di influssi locali, conviene ipotizzare significati certamente legati alla sfera cristiana, nati dall’esigenza di porre al riparo l’operato dell’uomo nei campi. Parliamo di un profondo legame con il mondo agrario, seppur costellato da dubbi e incertezze. Una risoluzione più o meno accettabile è la calendarizzazione dell’anno. È ben noto come in passato – e in parte ancora oggi – ci si affida alle date scandite dalle ricorrenze cristiane per determinare le fasi delle colture. In Cilento, in particolare, i primi mesi dell’anno racchiudono propiziazioni significative. Superati i giorni della merla, considerati i più freddi dell’anno, due importanti ricorrenze aprono il mese di febbraio: la Candelora e San Biagio. Il 3 febbraio, giorno di quest’ultima ricorrenza, un tempo si benedivano le sementi per i futuri semenzai.

La ‘Madonna della Civitella’

Giunti a marzo si riscontrano diverse date contemplate dalla credenza popolare. Il primo venerdì è occasione per la semina; per San Giuseppe i fagioli; con l’arrivo della primavera i primi pomodori. Tutti momenti voluti dalla tradizione contadina. Il 25 marzo, invece, rappresenta una data simbolo per la cristianità. Fu infatti stabilita a nove mesi dal Natale, periodo che corrisponde alle fasi della nascita e, probabilmente, fu questo uno dei motivi che, nel 25 marzo, stabilì ‘un nuovo inizio’. E’ evidente che il significato della ‘benedizione delle croci’ sia racchiuso proprio in questa data, rappresentando l’inizio dell’anno anche per il calendario agrario. Ne possiamo trarre ulteriore conferma nella celebrazione della festività a Moio. La Santa Messa alla cappella dell’Annunziata si celebra, oltre al 25 marzo, il martedì di Pentecoste (tra quelle che a me piace definire ‘Madonne di Pasqua’): solo nella prima occasione, però, avviene la benedizione delle croci.

Giuseppe Conte

Giuseppe Conte è nato ad Agropoli (Sa). Coltiva la sua passione per la scrittura attraverso contribuiti soprattutto di carattere culturale. Si occupa di tradizioni, con particolare attenzione alla componente religiosa, tramite ricerche originali e personali. Racconta il Cilento attraverso fatti e memorie. È stato ideatore e gestore del blog cilentoitalia e dal 2019 di lineacilento.it. Appassionato di gastronomia realizza volentieri anche articoli di cucina. Per contatti: info@lineacilento.it

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