San Nicola, storia e devozione nel Cilento
San Nicola rappresenta un importante riferimento per il Cilento: conserva le memorie di una storia ancestrale. Il culto è ampiamente diffuso nella Diocesi di Vallo della Lucania annoverando una storia plurisecolare. A Futani, le due frazioni, Castinatelli ed Eremiti, affidano la loro protezione rispettivamente a San Nicola di Myra e San Nicola da Tolentino. Protegge, tra le altre, le comunità di Campora, Novi Velia , Piaggine e Prignano Cilento che, il lunedì in Albis, porta in scena una Sacra rappresentazione che richiama proprio la vita del Santo. Il richiamo più antico, invece, è nelle architetture dell’antica chiesa di Sacco vecchio.
Cilento: i luoghi di San Nicola
La mappatura dei luoghi di San Nicola in Cilento si rivela piuttosto capillare. Il titolo parrocchiale è secondo solamente alla Vergine Maria e abbraccia l’intero territorio. Vi sono municipalità in cui insistono addirittura due parrocchie consacrate al Vescovo di Mira: per esempio ad Ascea e nella frazione Catona oppure a Pollica e nel piccolo centro di Galdo e anche a Centola con la frazione che ne porta pure il nome. Singolari i casi di territori contigui come Alfano e Rofrano e ancora Omignano e Stella che rafforzano un profondo legame con il Santo che conobbe una rapida diffusione nel Meridione d’Italia e trovò terreno fertile nel Cilento. Vi sono poi località come Laurino e Capograssi dove il culto di San Nicola è molto significativo anche se non ricopre il ruolo di patrono. A Capograssi, in particolare, si lega alla presenza di un importante avamposto cristiano risalente all’XI secolo.
Curiosità e usanze
A Futani, le due frazioni, Castinatelli ed Eremiti, affidano la loro protezione rispettivamente a San Nicola di Myra e San Nicola da Tolentino. Prignano Cilento, invece, il lunedì in Albis, porta in scena una Sacra rappresentazione che pone al centro proprio la vita del Santo evocando il racconto di alcuni suoi miracoli. Il richiamo più remoto, però, è nelle architetture dell’antica chiesa di Sacco vecchio di cui si conservano ancora una parte delle mura perimetrali. Il rione Spio a Vallo della Lucania poi, per l’occasione, si anima al calore del focaro richiamando la popolarità della festa.
La ricorrenza
S. Nicola si celebra il 6 dicembre e rappresenta una festività viva e partecipata nonostante ricada alla vigilia dell’inverno. A partire dal XVIII secolo poi sono state istituite diverse ricorrenze votive volute come ringraziamento o intercessione e di conseguenza come patrocinio a perenne ricordo. Questa premessa giustifica la presenza in date diverse. E così a Monte Cicerale esce in processione pure il Martedì in Albis, a Perito e Valle Cilento la prima domenica di agosto e, in quest’ultimo, anche l’ultima domenica di aprile poiché si racconta che San Nicola accolse le preghiere degli abitanti che invocavano la pioggia. A Gioi, dopo il terremoto del 1857 che colpì la Lucania, fu fissata al 16 dicembre. Vi è poi la scia tradizionale: ed ecco che il rione Spio a Vallo della Lucania si anima al calore del focaro richiamando la popolarità della festa.