Santa Croce e l’Addolorata, proverbialità e tradizione dal Cilento
Il Cilento può considerarsi una terra straordinaria dal punto di vista socio-culturale poiché riesce ad incunearsi con la proverbialità in ogni momento cristiano che riveste un ruolo significativo. L’Esaltazione della Croce e la festa dell’Addolorata ne sono un valido esempio.
L’Addolorata
Sul finire dell’XI secolo ha inizio la devozione alla Vergine Maria con il titolo di Addolorata. Nel secolo successivo, il culto si rafforza, imponendosi come un riferimento spirituale molto importante. Nel corso del tempo, poi, sono maturate quelle tradizioni che, fino a quasi tutto il Novecento del millennio appena trascorso, hanno accompagnato la religiosità anche del Cilento. Vi era un tempo in cui, infatti, il 15 settembre si muovevano numerose processioni in altrettanti paesi della zona. Si conserva ancora memoria di quei pellegrinaggi devozionali che hanno caratterizzato la metaforica fine dell’estate forse proprio attraverso questa simbolica ricorrenza.
Cilento, quonno è Santa Croce piglia la perteca e vatti la noce
Uno dei proverbi più noti affonda inevitabilmente le radici nella cultura contadina. Il celebre detto quonno è Santa Croce piglia la perteca e batti la noce è la parte terminale di un modo di dire che ne anticipa la raccolta e si riferisce al 22 luglio: pe Santa Matalena la noce è chiena. Siamo in un contesto fortemente ancorato all’arcaica predominanza di quelle parole che scandiscono inevitabilmente la quotidianità di una volta.
Cilento, pe la Croce e l’Addolorata trasi le fico e posa la grata
Il 14 e 15 settembre segnano due importanti momenti cristiani: l’Esaltazione della Croce e l’Addolorata. S’innesta su un entrambi un ulteriore e poco noto proverbio che ormai non riecheggia più se non tra i pochi contadini che ancora difendono le proprie radici: pe la Croce e l’Addolorata trasi le fico e posa la grata. I rinomati fichi essiccati dovrebbero in questi giorni compire il loro procedimento di conservazione. Nei giorni seguenti, infatti, il sole inizierà ad impallidire e non sarà più ottimale per questa antica lavorazione che si conclude nell’estate settembrina. Tra l’altro i fichi compaiono più volte come accade in occasione di San Giorgio.