Sant’Elia nel Cilento: un quadro devozionale fra storia e archeologia
Sant’Elia nel Cilento trova riscontri storico-archeologici quasi millenari alle pendici del Monte Stella. In diverse zone dell’entroterra, invece, la presenza di Sant’Elia ha una genesi più moderna e si lega maggiormente alla sfera agro-pastorale emergendo nella toponomastica locale per l’importante patronato che investe la figura del Profeta. Sant’Elia, infatti, è invocato per scongiurare la siccità e si chiede la sua intercessione per la pioggia.
Sant’Elia di Vetrano
In un antico documento risalente alla seconda metà del XII secolo si parla della chiesa di S. Elia esistita nel luogo chiamato lo Vetrano giacché la stessa viene indicata proprio come S. Elia di Vetrano. Questa località potrebbe collocarsi nel territorio di Perdifumo tra Camella e altri insediamenti scomparsi seppur nel corso del tempo sono state riportare alcune notizie che individuerebbero l’abitato nel quartiere Vetrali uno dei casali che storicamente costituisce il paese di Matonti. In realtà li Vetrali, a Laureana, non andrebbe confuso con il sito che si trovava nel circondario del vecchio monastero di Sant’Arcangelo di Perdifumo. In ogni caso è accettabile che la chiesa di S. Elia fosse il riferimento spirituale di questo antico villaggio poi scomparso.
Piano Vetrale
Il toponimo unico di Piano Vetrale ha una genesi molto recente; e, di fatto, identifica il caratteristico paese cilentano soltanto a partire dagli anni ‘70 del XIX secolo. In precedenza, infatti, Piano e Vetrale erano due comunità distinte ognuna sotto la giurisdizione spirituale della propria parrocchia: rispettivamente Santa Sofia e Sant’Elia. Il nuovo assetto urbano, dettato principalmente dalla vicinanza poderale delle due realtà, unitamente all’evoluzione socio-economica hanno determinato la fusione dei piccoli centri. Tuttavia l’accomunamento non ha influito sulla titolazione parrocchiale che da allora si presenta congiunta con il nome di “Santa Sofia e Sant’Elia”. Il 20 luglio si svolge la ricorrenza patronale e si tiene la caratteristica processione.
L’invocazione a Santo Lio e il quadro devozionale tra Perito, Prignano e Cicerale
Santo Lio / sponza la terra / porta lu ppane / lleva la uerra. Risuonava più o meno così, come una preghiera, quella richiesta di intercessione affinché il cielo si ricoprisse di nuvole e portasse la pioggia. Su piccoli spiazzi di terra che, come un balcone naturale si affacciano sulle valli, trovarono spazio rudimentali sacelli che avevano l’importante compito di attutire le calamità dovute alla siccità. Una singolare concentrazione si ha nell’ansa dell’Alento in cui oggi trova spazio la diga. Insistono, infatti, le cappelle rurali di Cicerale e Prignano da un lato, e dall’altro lungo la fiumara che discende da Gioi, risuona l’omonima località nel territorio di Perito.