San Michele, la stratificazione del Culto nel Cilento e nei territori circostanti
San Michele Arcangelo vanta una tradizione antichissima nel Cilento e negli immediati suoi dintorni. Ne è conferma nei luoghi che conservano interessanti pagine che ci raccontano del suo culto fin dai tempi più antichi. Basti pensare alle celeberrime grotte di Pertosa che portano proprio il nome di ‘Grotte dell’Angelo’ in onore di San Michele. La devozione si addensa nei secoli restituendo contesti che talvolta appaiono secondari a una lettura fugace o poco profonda.
San Michele nel ‘Cilento Antico’
Prima dell’elevazione a parrocchia della chiesa di Santa Maria del Paradiso, Laureana Cilento aveva come riferimento spirituale l’antico convento con il nome dell’Arcangelo. Alle pendici del Monte Stella – un tempo ‘Monte Cilento’ – anche Acquavella (Casal Velino) si pone sotto la protezione all’Arcangelo. Il paese si è sviluppato proprio intorno alla sua chiesa. Luogo simbolo, poi, per il culto di San Michele, è Rutino poiché, in tempi relativamente recenti, alle celebrazioni ha affiancato la ormai ben nota rappresentazione del ‘Volo dell’Angelo’. Si tratta di un dramma diviso in due atti che si svolge nella piazza del paese intervallando la consueta processione. Una tradizione che si ripete la seconda domenica di maggio, giorno in cui la comunità celebra la festività patronale. Per l’occasione a Rutino giungono tanti cilentani che puntando gli occhi al cielo, assistono al simbolico duello fra ‘il bene e il male’ in cui San Michele sconfigge il diavolo.
Le ‘grotte dell’Arcangelo’
Ai margini del Cilento i luoghi consacrati all’Arcangelo sono diversi e, alcuni di loro, conservano la peculiarità della grotta. A Valle dell’Angelo, in località ‘Costa della Salvia’ si trova la cavità che, nei tempi passati, venne dedicata a San Michele. Si tratta di un luogo molto suggestivo che, fra le sue rocciose pareti, conserva l’eco di vecchie leggende, di cui se ne conserva ancora memoria tra gli abitanti del posto. La forte devozione fu probabilmente il motivo decisivo che diede il nome a questo angolo di territorio che ne assunse così identità perenne: Valle dell’Angelo per l’appunto. Lo stesso può dirsi per Sant’Angelo a Fasanella. Quest’ultimo, poi, vanta una grotta-santuario di estrema importanza religiosa e paesaggistica: non a caso il complesso rupestre è riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Vi si accede tramite un grande portale che conduce nei suoi incantevoli androni impreziositi da importanti testimonianze artistiche.