San Donato, il culto e le tradizioni nel Cilento
San Donato è un culto molto sentito nel Cilento. Particolare devozione insiste a San Mango Cilento e Giungatelle. Nel primo caso una curiosità è data dal fatto che, il nome del paese non coincide con la titolazione parrocchiale che è posta sotto il titolo di Santa Maria degli Eremiti e nemmeno con i culti principali che si orientano oltre che verso San Donato anche nei confronti di Santa Rosalia. A Giungatelle, invece, la chiesetta di San Donato è posta su un colle, un tempo meta di pellegrinaggi per sfuggire alla peste e alle calamità.
Monte Cicerale
La devozione a San Donato in paese è molto forte nonostante la comunità affidi la sua protezione prioritariamente a San Nicola che, tra l’altro, detiene anche il titolo parrocchiale. La ricorrenza si tiene due volte all’anno: a maggio e in agosto. Pare che la festività di San Donato di Maggio sia nata come un rito penitenziale divenuto poi processione di ringraziamento e forse va annoverata fra le ricorrenze istituite per l’invocazione della pioggia. In estate, invece, si tiene la solennità liturgica che ricade il 7 agosto.
Monteforte Cilento
La devozione a San Donato, da parte dei montefortesi, si esprime più volte all’anno. Seguendo un itinerario cronologico, la prima ricorrenza che si incontra è quella della terza domenica di maggio. La festività, pur essendo sentita e partecipata, non ha, ad oggi, un’origine certa. Tanto meno si conoscono le motivazioni che spinsero la comunità ad istituire questa ricorrenza. Probabilmente è legata ad eventi locali e posta come memoria per gli anni a seguire. Per esempio, nel Cilento sono molto frequenti le processioni di penitenza, volute per chiedere la pioggia in anni di particolare siccità (vedi San Mauro Cilento, Lustra, Monte Cicerale, ecc.). Il 7 agosto, invece, l’appuntamento più importante. La giornata è scandita da diversi momenti che hanno inizio con il tradizionale pellegrinaggio dal paese alla cappella. Infine, ricordiamo la memoria del 16 dicembre, voluta, certamente, come ringraziamento per aver lasciato Monteforte indenne da vittime durante il terremoto del 1857.