Ostigliano, li parlamenti di Santa Maria: un decentramento dello “Stato di Gioi”
Anticamente, la zona della piazzetta principale del paese, era chiamata Santa Maria. Nel tempo ha perso l’uso del riconoscimento onomastico mentre la cappella conserva la titolazione di Madonna del Carmine. Rappresenta il cuore dell’abitato pur non vantando più alcuna funzione istituzionale se non storica e culturale. Tra l’altro, la zona, è ormai abitata da poche famiglie. Vi si celebra Messa il 16 luglio e occasionalmente in altri momenti dell’anno.
Ostigliano, la Madonna del Carmine
Secondo i resoconti di alcune visite pastorali, l’unica cappella autonoma di patronato esistita a Ostigliano conserva la titolazione della Madonna del Carmine. Nel 1698 la chiesetta è di proprietà della famiglia Baratta mentre, circa due secoli dopo, risulta condivisa con la famiglia Errico. L’interno, ad ambiente unico, presenta un altare centrale sul quale si trova la nicchia con l’immagine della Madonna. In passato, invece, si ha memoria di una tela raffigurante la Madonna del Carmelo, custodita nella cappella di San Rocco. È presente un’acquasantiera incavata nel muro laterale. La facciata, interamente in pietra, è stata restaurata negli ultimi anni. Vi si accede tramite un portoncino in legno anticipato da un gradino in pietra come la soglia d’ingresso, formata da due lastre. La luce è garantita da due finestrelle, una sulla facciata principale, l’altra su uno dei lati. Infine, una piccola celletta, completamente ricostruita, custodisce una campanella a corda.
Santa Maria, ‘un crocevia importante’
Fuori dalla cappella, su un lato si trova un lungo sedile in pietra che corre su tutto il fianco. Qui si tenevano le adunanza popolari e anche ‘li Parlamenti’ a cui, solitamente, prendevano parte solo i capifamiglia o i rappresentati delle casate più importanti. Il luogo scelto rappresenta un punto strategico in caso di necessità. Vi convergono le maggiori arterie viarie del paese. Dalla parte alta, sul lato destro della chiesetta, vi giungeva una stradina di congiunzione proveniente dal ‘Casaletto’, fra i rioni più popolosi di Ostigliano. Oggi questa antica via pubblica è ostruita da un muro. Inoltre, sulla piazza antistante, detta di Santa Sofia, si affaccia il palazzo marchesale. Ai margini ‘Via San Rocco’ che discende ripidamente. Al margine opposto, invece, una stradina che risale dalle campagne. Nel mezzo arriva ‘Via Serrotola’, attraverso un varco in pietra sormontato dal palazzo. E, infine, una strada prosegue verso la zona nuova.
Osservazioni su alcuni documenti storici
‘Piazza Santa Sofia’, che compare nella parte relativa a Perito nella ‘Storia di un feudo del Mezzogiorno’ del grande Pietro Ebner, in realtà va intesa come esistente ad Ostigliano e non all’attuale capoluogo. Vi è stata forse una confusione di trascrizione. Di questo è conferma nella storia toponomastica del paese che, ancora oggi, nel cuore dell’abitato, presenta ‘Piazza Santa Sofia’ e nella vecchia espressività popolarità: facciamo li parlamenti a Santa Maria. Vi è pure il culto della Santa (ora scomparso) che ne avvalora la veridicità essendo documentabile. Inoltre, a scanso di ogni ulteriore equivoco, la vicinanza della cappella di Santa Maria che, all’esterno presenta il sedile in pietra pocanzi ricordato, utilizzato proprio per le adunanze popolari ovvero ‘li parlamenti’ decentrati, voluti qui dallo Stato di Gioi, per decidere alcune situazioni d’interesse locale. La ‘Piazza delle Pagliarole’, invece, sempre riportata dallo storico Pietro Ebner, potrebbe essere data proprio dalla vicina Santa Maria.