Santa Cecilia, “musica” e “architetture” nel basso salernitano
Santa Cecilia è una martire cristiana vissuta tra la fine del II secolo e gli inizi del secolo successivo. La sua popolarità è senza dubbio dovuta alla musica, di cui ne è patrona, sebbene non sia ben chiaro l’accostamento di quest’arte alla sua figura. Un motivo plausibile possiamo estrapolarlo dalla tradizione.
Tradizioni e leggenda
Si narra che, nel giorno delle sue nozze, si udirono melodici suoni che lei accompagnava con la sua voce. Da qui l’accostamento ai musicanti. Inoltre, nello stesso giorno convertì al Cattolicesimo quello che sarebbe diventato suo sposo. Condannata a morte, il martirio doveva avvenire per soffocamento ma, ancora una volta, intonando lodi al Signore, ne uscì illesa e la sua pena venne tramutata in decapitazione.
Santa Cecilia degli “Eremiti”
L’Abbazia di Santa Cecilia degli Eremiti si trova nei pressi dell’abitato di Castinatelli (Futani), a poca distanza da un altro importante centro di culto in cui vestì l’abito monacale San Nilo da Rossano, nella vicina San Nazario, luogo che diede poi il nome all’omonima frazione di San Mauro la Bruca. A poca distanza, invece, sorge anche l’altra piccola frazione di Futani, Eremiti posta alle falde della Montagna Cavallara e che, nel nome evoca proprio le vicende dei monaci italo-greci. La stessa Castinatelli probabilmente sorse grazie alla vicinanza dell’Abbazia. Il complesso venne edificato a partire dal 1022: oggi si presenta immerso nel verde tra olivi secolari, conferendo un’atmosfera di pace e quiete tipica dei luoghi monastici del passato. Non è escluso che sia il ridimensionamento di una struttura preesistente che poteva avere funzioni di parrocchia. Dopo lunghi periodi di abbandono nel corso dei secoli, recenti lavori hanno recuperato in parte il complesso.
Nella Diocesi di Vallo della Lucania, questo è il luogo più importante dedicato alla memoria di Santa Cecilia, la cui ricorrenza cade il 22 novembre.