Cardile, la Cappella della Madonna del Carmine: il libro guida a cura di Carmine Rizzo
Nasce il libro-guida dedicato alla “Cappella della Madonna del Carmine” di Cardile. Il volume, che racchiude la storia e ogni aspetto che riguarda il piccolo sacellum, è stato curato da Carmine Rizzo, che si è occupato anche di testi e ricerche archivistiche. Scopo cardine dell’opera è senza dubbio la valorizzazione della chiesetta, ma ci si è impegnati affinché si lasciasse traccia di ogni attività connessa alla stessa finalità.
La storia, alcune note tratte dal testo
La cappella, in origine, era di piccole dimensioni, praticamente la metà. Infatti, nel 1897 fu ampliata verso est e all’interno della cappella un’arcata fu creata per collegare l’ambiente nuovo a quello antico e, oggi, costituisce parte integrante della facciata di un tempo, sulla cui porta di ingresso era collocato l’affresco della Vergine con il bambino. Alle spalle dell’altare, dopo i lavori di restauro, è stato recuperato lo spazio dell’antica nicchia, che custodiva un dipinto delle Anime del Purgatorio, trasferito, nel ‘700, all’interno della Chiesa parrocchiale di Cardile. La cappella potrebbe avere delle origini legate ai monaci italo-greci, visto che la loro presenza è confermata dal toponimo “laura”, dal greco “cella”, che contraddistingue il nome della montagna sovrastante la cappella stessa.
L’impronta basiliana
E’ tipica dei basiliani anche la collocazione della struttura sul precipizio di una rupe, dalla quale si può osservare un magnifico panorama, che spazia dal Monte Gelbison al Monte Stella, passando per le coste tirreniche, dove è visibile la torre di Velia. I monaci, giunti da oriente e fuggiti intorno all’VIII secolo per le lotte iconoclastiche, popolarono le colline cilentane, dal momento che presentavano un ambiente simile a quello orientale che avevano abbandonato.