Monte Gelbison, la neve riveste la montagna
Sul finire del mese di novembre la prima neve fa la sua comparsa al Sacro Monte quello storico riferimento mariano che, da secoli, richiama migliaia di pellegrini. L’immagine che restituisce con il manto bianco, offre una straordinaria visione che incanta lo sguardo il quale, agevolmente, tra il candido bianco arriva fino al mare.
Monte Gelbison, la storia del Santuario
Il Santuario del Sacro Monte potrebbe risalire al X o all’XI secolo. Il complesso prese vita laddove un tempo vi era, quasi certamente, un tempio pagano forse voluto dagli Enotri. La cristianizzazione del sito, invece, probabilmente avvenne già ai tempi dei Saraceni. Ne sarebbe conferma nell’etimologia di Gelbison il nome dato alla montagna, che avrebbe il significato di “Monte dell’idolo” rispecchiando la genesi del luogo. Dalla documentazione nota si evince che nel 1131 esiste in quel posto un punto di riferimento spirituale consacrato alla memoria della Vergine Maria. Di certo, nel corso dei secoli, il complesso a livello strutturale ha subito diversi rifacimenti e soprattutto ampliamenti. La stratificazione architettonica, in realtà, è quasi impercettibile poiché, la chiesa, nei primi anni del Novecento venne ampliata ed oggi si presenta a tre navate divise da possenti colonne. In posizione centrale si trova l’Altare Maggiore sul quale una nicchia custodisce l’immagine della Madonna.
La Madonna
A dominare la scena è senza dubbio quell’immagine della Madonna che con il suo sguardo cattura l’animo dei fedeli da secoli. Il colorito “scuro” della sua carnagione richiama le fattezze iconografiche orientali. È questo il motivo per cui è popolarmente chiamata “Bruna” ed è, per eccellenza, la Madonna del Cilento e non solo. L’affluenza dei pellegrini, infatti, ha sempre interessato tutta l’area dell’antica Lucania e di una parte della Calabria. Dall’ultima domenica di maggio e fino alla seconda di ottobre, migliaia di devoti, riuniti spesso nelle tradizionali “compagnie”, compiono quello storico camminare che si concretizza con l’ascesa alla montagna. Sono in tanti a raggiungere ancora la meta attraverso il vecchio sentiero, a tratti gradinato, che si fa spazio fra le rocce e la vegetazione. Le pietre levigate sono il segno di un “passaggio” che dura ormai da secoli. Dal piazzale della Chiesa lo sguardo gode di un panorama molto suggestivo.