Ognissanti, le curiosità del Cilento che si affida “al cielo”
Il 1 novembre la chiesa celebra la festività di Tutti i Santi o, popolarmente, Ognissanti. Ecco le particolarità che interessano il Cilento.
Ognissanti: ecco tutti quelli del Cilento
Fra i culti più diffusi nel territorio cilentano un ruolo cardine spetta a San Nicola di Bari. San Nicola, infatti, detiene la maggior parte dei titoli parrocchiali come “Vescovo di Myra” eccezion fatta per Castinatelli che si affida al Santo da Tolentino. San Barbato, nel perimetro della Diocesi di Vallo della Lucania, protegge solamente Valle dell’Angelo, mentre San Toribio è patrono soltanto di Cannalonga. Abbiamo poi Santa Veneranda che è presente nelle comunità di Angellara e Moio della Civitella. Particolare è pure il culto di Santa Irene la quale, considerato il suo patrocinio che la invoca contro i fulmini, si concentra in luoghi d’altura: Monteforte, Magliano Nuovo e Montano Antilia; quest’utlimo, tra l’altro, si affida anche a San Montano evocando il nome del paese stesso. Analogamente San Celso protegge la sua “Celso” per l’appunto, mentre, in odore di santità è San Teodoro che unico e solo protegge l’omonimo paesino. E ai confini diocesani ecco Centola che si affida a Sant’Apollonio.
Laurino, Ognissanti
La millenaria storia di Laurino ha lasciato tracce indelebili nel patrimonio artistico e culturale della città. L’imponenza di questo antichissimo centro posto lunga la valle del Calore, si evince anche dalle sue numerose chiese: è estremamente indicativa, infatti, la presenza di ben sei parrocchie, nate in epoche diverse e poi lentamente sfiorite fino a restituire oggi un unico titolo: Santa Maria Maggiore, San Biagio e Ognissanti. Si conserva, così, la memoria pure di Ognissanti la cui istituzione potrebbe risalire al XIII secolo.
Laureana Cilento, la processione dei Santi Martiri
La domenica successiva alla Pasqua Laureana Cilento è scenario di una singolare e suggestiva tradizione: si tiene la processione dei “Santi Martiri”. Le statue dei “Martiri” presenti nella chiesa parrocchiale del paese, escono in processione e, un tempo, erano chiamati anche “Santi ortolani”, probabilmente, con lo scopo di affidare i raccolti dell’annata a queste figure cristiane.