Ostigliano, la Madonna del Rito: le memorie di un’antica devozione
Ostigliano mostra la sua devozione alla Madonna ormai da diversi secoli. L’antica immagine della Vergine, trafugata nei primi anni ‘80 del Novecento, era un prezioso simulacro forse seicentesco che, nelle fattezze, possedeva lineamenti di straordinaria bellezza. La nuova immagine, invece, fu acquistata secondo i canoni lauretani.
Cenni storici
A partire dai primi anni del XVII secolo si ha notizia del piccolo sacellum consacrato alla memoria della Vergine Maria situato sulla riva della jumarella laddove il fiume confluisce nell’Alento. La documentazione storica è scarna e superficiale e restituisce poche testimonianze sia dal punto di vista architettonico sia dal punto di vista devozionale. Nel complesso si evince che, la struttura, di modeste dimensioni, assume le caratteristiche di una cappella di campagna. Un unico ambiente si chiudeva con l’abside di fondo in cui trovava spazio l’altare sormontato da una nicchia che custodiva l’immagine amovibile della Madonna. La scultura, dai lineamenti essenziali, ricorda una generica figura mariana e fu, probabilmente, suggellata direttamente in loco con materiali poveri: malta, residui di laterizi e vasellame. Nella seconda metà del Novecento la chiesetta venne abbandonata per l’instabilità dettata dall’erosione del fiume. Al contempo fu realizzata, leggermente più a monte, la nuova cappella.
Ositigliano, la Madonna del Rito
In chiave moderna la denominazione ‘Madonna di Loreto’ emerge come un adattamento al parlato locale che ormai è fortemente condizionato dall’italiano. Il dialetto popolare, invece, conserva ancora l’interpretazione di genere che restituisce una forma più antica: Madonna del Rito, richiamando, inequivocabilmente, la lotta iconoclasta voluta da Leone III nell’VIII secolo. Infatti, in seguito alla condanna di coloro che adoravano le icone, le immagini sfuggite approdarono anche nel Cilento tramite la massiccia emigrazione di monaci che, così facendo, salvarono tante opere e, in alcuni casi, come questo di Ostigliano, rimane memoria proprio nella titolazione; sarebbe, dunque, un riferimento al rito praticato nella tradizione greca. Una consistente documentazione ottocentesca lo conferma: in una lettera del 1830 si parla proprio di S. Maria del Rito e, precedentemente, anche di S. Maria del Reto. Quest’ultimo, tra l’altro, consente una diversa lettura poiché il ‘reto’, affidandosi all’etimologia greca, indicherebbe il fiume o un pozzo.
La festività
La quarta domenica di agosto, fino alla seconda metà del secolo scorso, si teneva la festività in onore della Madonna. La celebrazione fu istituita, quasi certamente, agli inizi del Settecento come patrocinio quando terminò una forte epidemia di peste. Solo negli anni ‘70, sempre del Novecento ultimo scorso, fu proposto di fissare la data al 18 agosto, giorno di Sant’Elena, per consentire una più ampia partecipazione da parte pure di coloro che risiedono fuori dal paese. Al mattino, il consueto pellegrinaggio, ha inizio dalla chiesa parrocchiale e, dopo aver attraversato le campagne, giunge al piccolo santuario.