San Giovanni Battista, luoghi e tradizioni nel Cilento del XX secolo
San Giovanni è una figura molto popolare nel Cilento. Basti pensare che nelle titolazioni parrocchiali è tra le più diffuse nel territorio. Sono tante quelle realtà che hanno deciso di elevarlo a proprio patrono. Tra loro Cardile, Castel San Lorenzo, Mandia, Rofrano e Villa Littorio.
San Giovanni Battista, il culto nel Cilento
Nel Cilento i luoghi che conservano le tracce del culto di San Giovanni sono numerosi. Nella diocesi di Vallo della Lucania ben 11 parrocchie portano questo titolo ed altrettante comunità vi affidano la loro protezione. Addentrandosi poi nel cuore del territorio si riscoprono memorie secolari che restituiscono un quadro completo della devozione al Battista. Nel perimetro del ‘Cilento Antico’ è doveroso fare alcune tappe fondamentali. La prima ci porta nella frazione di Stella Cilento che ne porta anche il nome. Il paese si allinea sulla collina intorno alla chiesa parrocchiale. Sul versante tirrenico del Monte Stella, invece, troviamo la chiesetta di San Giovanni del Ruchito o, più popolarmente, di ‘Piericoste’. Si erge oggi in posizione isolata, ma probabilmente è quello che rimane di un remoto villaggio.
Tracce di un culto millenario
Tra le colline di Montecorice si trova un piccolo casale: Zoppi. In passato portava il nome di ‘San Giovanni di Zoppi’ o ‘San Giovanni di Celsito’ indicando il primo sito abitato del posto. Ne è conferma nei ruderi dell’antica chiesetta di cui ora sono ancora visibili parte delle strutture perimetrali. Sulla costa, invece, degno di nota è un piccolo borgo, ormai disabitato, che popolarmente assume proprio il nome di San Giovanni per la presenza di una chiesa che un tempo faceva parte di un importante monastero. Il paese situato nei pressi di Punta Tresino si è rapidamente spopolato fin dagli inizi della seconda metà del XX secolo, ma conserva intatta la sua storia.
Riti e tradizioni
Ad Eredita, il 24 giugno, si tiene una sacra rappresentazione che porta in scena il tradizionale ‘Volo dell’Angelo’. Ad Ostigliano, invece, un tempo si teneva la misteriosa e suggestiva ‘processione delle lanterne’ soppressa nella seconda metà del XX secolo. La particolarità di questa consuetudine è che il corteo si apriva con 24 fiammelle che, simbolicamente, indicavano le ore del giorno, ponendosi come un rito propiziatorio dal sapore ancestrale.