Ostigliano, note sul culto di Santa Sofia
Indagando sulla presenza di Santa Sofia nella giurisdizione della Baronia di Novi e poi nell’amministrazione dell’antico Stato di Gioi, di cui Ostigliano ha seguito per lunghi periodi le sorti, emerge certamente un quadro piuttosto consistente relativo al culto della martire romana. Inoltre, poiché le notizie relative al culto di Santa Sofia sono antichissime e ascrivibili al VI secolo, è facile intuire come possa questa figura essersi imposta in modo dominante in alcune fasi storiche, special modo in concomitanza di importanti epidemie per le quali è invocata per protezione. Questo sarebbe sufficiente a giustificare la capillare diffusione del culto in passato in tutto il Cilento. Meno evidente risultano le ragioni del declino soprattutto nel corso del XX secolo, come accaduto anche ad Ostigliano.
Note generali su Santa Sofia
Le prime notizie su Santa Sofia potrebbero far riferimento ad una Passio risalente al V secolo rielaborata, a sua volta, su un più antico documento del IV secolo. Pare che ‘Sofia’ fosse la moglie di un senatore dal quale avrebbe avuto tre figlie: Pistis, Elpis, Agape, vale a dire le tre virtù teologiche (fede, speranza e carità). Il nome di ‘Sofia’, poi, con il significato di ‘sapienza’, lascia immaginare uno scenario leggendario in cui s’ipotizza che si tratti addirittura di figure allegoriche e non personaggi storici realmente esistiti.
Il culto ad Ostigliano
Da un punto di vista strettamente religioso, osservando la situazione attuale è facile intuire come ad Ostigliano non sia percettibile il culto di Santa Sofia se non tramite un’analisi abbastanza approfondita. Pur facendo riferimento a periodi remoti risulta difficoltosa la tracciatura del culto in loco.
Ostigliano, Santa Sofia nella toponomastica
Di Santa Sofia, fino alla prima metà del secolo scorso, si conservava un’immagine (probabilmente su tela) ed era custodita nella cappella di San Rocco, dove, in origine, trovava spazio anche la statua dell’Immacolata ora posta nella chiesa madre. Prima della titolazione al Santo da Montpellier, la chiesetta pare fosse dedicata proprio a Santa Sofia. A partire dagli anni ‘50 del XX secolo, però, Santa Sofia scompare del tutto nel panorama devozionale, restando solamente nella toponomastica. Ne è conferma nelle velature pittoriche ancora visibili sulle pareti perimetrali del vecchio palazzo marchesale. In seguito muta anche l’onomastica cittadina in memoria di Santa Sofia, ma solo relativamente alla via. La piazza sottostante, invece, mantiene la sua antica denominazione.
Piazza Santa Sofia
Storicamente l’unica piazza del paese è nella parte bassa dell’abitato; porta il nome di Santa Sofia e si distingue per essere punto di congiunzione delle principali arterie viarie esistite in passato. Non a caso, il sedile in pietra posto sul lato meridionale della cappella di Santa Maria situata a poca distanza dalla piazza, un tempo era scenario delle adunanze popolari. Qui, infatti, si tenevano le riunioni più importanti relative alla vita amministrativa di Ostigliano prima che l’autonomia venisse rimossa con l’istituzione del Comune di Orria e successivamente di quello di Perito, diventandone via via frazione. Vi convergono, oltre a diversi rami secondari: Via Serrotala, che accede in piazza passando sotto un’antica ‘volta in pietra’, la già citata Via San Rocco e Via Piedicasale (oggi rinominata). La stradina che proveniva dal ‘Casaletto’ è ora ostruita da un muro e le discese ai campi non sono più integralmente tracciate e percorribili.