Centola, Sant’Apollonio storia e devozione fra ‘patroni’ e ‘protettori’
Centola affida la sua protezione a Sant’Apollonio solamente da tempi relativamente recenti. Risale, infatti, alla prima metà dell’Ottocento la sua elevazione ufficiale a patrono della comunità. Ciò nonostante, stando alle consuetudini ed alle usanze che pongono al centro la sua figura, ne consegue ormai un profondo legame con gli abitanti.
Centola, una devozione per ‘tre patroni’ e ‘tre protettori’
La chiesa parrocchiale di Centola porta il titolo di San Nicola di Mira. Si tratta di una titolazione molto diffusa tra le realtà presenti in questa zona e soprattutto all’interno del territorio che fa riferimento alla Diocesi di Vallo della Lucania da cui dipende anche la comunità di Centola. Diversi secoli di storia hanno caratterizzato la vita religiosa del paese. Pur facendo riferimento a San Nicola, nel corso del tempo, ha affidato la sua protezione a diversi martiri. La lunga storia che interessa i santi patroni del villaggio ha inizio con San Giocondo. Quest’ultimo conserva la sua funzione per un periodo piuttosto importante. Successivamente la devozione locale inizia a portarsi verso una nuova figura cristiana: quella di San Sebastiano. In questo caso l’affidamento della comunità si conserva in un arco temporale ben definito giungendo intorno alla metà del XIX secolo, quando arriva a Centola Sant’Apollonio.
Sant’Apollonio, San Giacinto e Sant’Adone
Sant’Apollonio, dunque, raggiunge la titolazione di patrono nella fase più recente della storia di Centola. A differenza dei suoi predecessori, nel suo compito celeste viene affiancato da due compatroni: San Giacinto e Sant’Adone. Le nuove statue giunsero nella chiesa parrocchiale nel 1846 e, secondo i racconti, in quel giorno il cielo era nuvoloso. I primi a giungere in paese furono i portatori con le statue di San Giacinto e Sant’Adone, mentre Sant’Apollonio arrivò più tardi e i portatori furono colti dalla pioggia. Per questo motivo il protettore del paese veniva invocato durante i periodo di particolare siccità. La festività patronale si celebra il 18 aprile ed è scandita da una grande devozione. Come accade spesso, in queste occasioni, momento significativo è la tradizionale processione che rappresenta l’espressione di un’affezione popolare che si esprime proprio attraverso questi semplici e antichi rituali.