Polpette ‘caso e ova’, con ‘il pane’ si portano sulle tavole del Cilento
Le polpette sono un piatto tipico della tradizione italiana ed è tra le preparazioni che può vantare una più ampia gamma di declinazioni in assoluto. Diversi sono gli ingredienti che variano da regione a regione, adattandosi alle peculiarità del territorio. Come si preparano? Queste caratteristiche prelibatezze a forma sferica sono eccezionali. Il Cilento conserva la sua semplice e tipica variante che richiama ‘l’essenzialità’ del passato, dettata dalle condizioni sociali del tempo vissuto.
Polpette ‘caso e ova’
Stando a queste imposizioni temporali, sulle tavole cilentane arrivano ‘le purpette caso e ova’ generalmente chiamate anche ‘polpette di pane’ perché, uno degli ingredienti principali è stato il pane raffermo. Quando lo stesso non poteva essere più consumato per la perdita di freschezza, veniva imbevuto nel latte e poi strizzato. Funge così da base per le classiche polpette. Un vecchio modo di dire, riferito a tempi in cui le dispense erano spesso povere o addirittura vuote, recita che te mangi oj? – caso e ova nell’intendo di evidenziare una situazione economica piuttosto precaria. In realtà, uova e formaggio, in un certo qual modo garantivano sostanza e anche nutrimento per cui, chi aveva questi due alimenti, era relativamente autonomo dal punto di vista alimentare per l’appunto. Al contempo, in decenni diversi caratterizzati da una certa stabilità sociale, quando dominavano in un regime dietetico a lungo termine.
Caso e ova: la ricetta narrata
Ritornando sul piatto delle ‘polpette cilentane’, uova e formaggio, unite al ‘pane ammollato’ con l’aggiunta di aglio e prezzemolo, restituiscono un classico della cucina locale. La cottura prevede la frittura. Solo dopo si deciderà quale sarà la loro sorte. Possono essere consumate direttamente così oppure adattandole ad occasioni di festa: in tal caso finiranno nella salsa di pomodoro. A sua volta, il sugo, condirà i ‘maccaruni re casa’. E così in tavola arriva un intero menù privo di carni (quello che oggi consideriamo un ‘menù povero’) ma con il sapore di un tempo, intrinseco di sani principi, rappresentativi di una identità patriottica e conservativa. Oggi, rivalutando i piatti della tradizione, queste ‘polpette contadine’ diventano un caratteristico antipasto. Possono però allietare i pranzi inserendosi anche fra i secondi, proprio come una volta. E perché no: ideali anche come stuzzichini per un aperitivo d’altri tempi!
Polpette del Cilento: come si preparano
Per l’impasto occorrono:
3 uova
150 grammi di formaggio caprino grattugiato
sale e pepe
aglio e prezzemolo
pane raffermo
olio per friggere.
Il pane raffermo va ammollato in acqua e poi strizzato e spezzettato. Riposto in una ciotola si aggiungono le uova, il formaggio, l’aglio e il prezzemolo tritato, e si aggiusta di sale e pepe. Dopo aver amalgamato bene tutti gli ingredienti si formano delle palline tra i palmi delle mani. A questo punto le polpette vanno fritte nell’olio.
Curiosità: ‘le polpette dei Santi’
Spostandosi tra le colline del Cilento le classiche ‘polpette di pane’ vengono accostate ai Santi in più occasioni. Maggiormente diffuse sono quelle che portano il nome di ‘San Biagio’, ma non mancano quelle di ‘San Nicola’. Infine, le più popolari, forse restano quelle di ‘carnevale’, ma è giusto precisare che, in quest’ultimo caso, fra gli ingredienti figurano le carni aggiungendo all’impasto pezzetti di salsiccia.