Cilento, la magia di una notte: il culto di San Giovanni fra riti e devozione
Il 24 giugno si ricorda la nascita di San Giovanni Battista. La ricorrenza s’intreccia con il solstizio d’estate favorendo la nascita di miti e leggende che, da secoli, di anno in anno, si ripresentano con la materializzazione di rituali spesso legati alla sfera agricola.
Rituali ancestrali
La notte di San Giovanni, secondo le condizioni astronomiche, si colloca a poche ore dal solstizio d’estate. Il questo particolare momento dell’anno, il sole che è l’astro più importante, cede il posto alle tenebre fra suggestione e magia. Si ritiene che questo sia l’attimo propizio per la raccolta dell’iperico, detta anche erba di San Giovanni che, secondo l’esperienza popolare, proprio in quelle ore raggiunge la sua maturazione, caricandosi di una grande forza spirituale. Fin dai tempi dei romani, la notte di San Giovanni ha assunto significati intensi e, da allora, in parte avvolti nel mistero. L’immaginario collettivo, di conseguenza, attribuisce a questa notte poteri che vanno oltre la concezione dello spirito. Si approfitta anche per realizzare l’oleolito d’iperico, una antica preparazione che, inizia a San Giovanni e termina circa 40 giorni dopo. Il suo utilizzo invade diversi settori poiché l’iperico è considerato un’erba dalle tante proprietà benefiche.
Le tracce di San Giovanni, i luoghi del passato
Nel Cilento Antico il culto di San Giovanni si conserva anche laddove la storia ha cancellato la devozione secondo una visione moderna. Le architetture però mantengono le memorie del passato. Sul versante tirrenico del ‘Monte Stella’ emergono tre casi in cui si evidenzia la figura del ‘Battista’. Tra Casal Velino e Pollica si trova la chiesetta di San Giovanni, popolarmente detta ‘Piericoste’ o più raramente ‘del Ruchito’ che, secondo alcuni storici, è quello che rimane di un antico casale. Alle spalle di Montecorice, invece, la frazione Zoppi, un tempo nota come ‘San Giovanni’ – prima di Zoppi e poi di Celsito -, preserva i ruderi dell’antica chiesa dedicata a San Giovanni. Infine, in prossimità del mare ecco i resti di un antico villaggio che si è progressivamente spopolato nel corso del Novecento: siamo a Tresino, dove nella seconda metà del X secolo venne edificata la chiesa di San Giovanni.
Tradizione e devozione: San Giovanni nel Cilento
Nella Diocesi di Vallo della Lucania, le parrocchie consacrate a San Giovanni Battista sono undici, un dato non trascurabile poiché, se si escludono le titolazioni sotto le varie voci che interessano la Vergine Maria, il primato di San Giovanni è secondo solo a San Nicola. Ad Eredita, il 24 giugno, è scandito da una sacra rappresentazione che porta in scena il ‘Volo dell’Angelo’. Ostigliano, invece, fino alla seconda metà del secolo scorso, è stato scenario di un suggestivo rituale: la ‘processione delle lanterne’, di cui, purtroppo non rimane quasi più traccia. San Giovanni è una piccola frazione di Stella Cilento che ne ha assunto anche il nome. Lungo la valle del Calore, invece, alla protezione del ‘Battista’ si affidano le comunità di Castel San Lorenzo e Villa Littorio. Inoltre San Giovanni è patrono di Cardile e Mandia e vanta una grande devozione pure a Rofrano.