Laurino, ‘Sant’Elena di Maggio’: storia, tradizione e una grande devozione
Laurino è fra i centri principali della valle del Calore e, a giusta ragione, è uno dei paesi più belli del Cilento sia per la sua lunga e intensa storia, sia per il suo immenso patrimonio artistico e culturale. In questi incantevoli scenari si muove la figura di Sant’Elena, una fanciulla che, secondo la tradizione, in un anfratto della montagna trascorse la sua breve vita. Le sue spoglie riposano nella splendida Collegiata di Santa Maria Maggiore.
(Quest’anno le tradizioni sono sospese per il difficile momento che sta attraversando il nostro Paese. Mi piace comunque raccontarle affinché se ne conservi memoria)
Sant’Elena da Laurino
Tracciare un adeguato profilo storico e agiografico su Sant’Elena da Laurino è piuttosto difficile considerando che le notizie sono poche e difficili da documentare. La giovane fanciulla avrebbe avuto i natali attorno al VI secolo. Studi più recenti, invece, posticipano la data di qualche secolo, collocandola tra l’VIII e il IX. Discordanze temporali che magari in futuro potranno essere pareggiate, ma che per ora bisogna accettare per poter dare una prima identità alla giovane ‘Elena’. Tralasciando ogni altro riferimento storico, conviene in questa occasione, affidarsi alla memoria popolare che, se non altro, ci trasmetterà la profonda devozione ereditata nel corso dei secoli. I racconti narrano di una bella fanciulla che, proprio per questa sua virtù, fu costretta a lasciare la famiglia poiché invidia e ingiurie sfociavano in immotivati rimproveri. La tradizione ci dice che si rifugiò in una grotta dove visse in assoluto eremitaggio e dove morì in tenera età.
Fra leggende e miracoli: i buoi e le rose
La tradizione ci restituisce diverse leggende. In particolare si conserva memoria di come Sant’Elena fece ritorno a Laurino. Si racconta che le reliquie fossero contese con la vicina Piaggine Sottane (Valle dell’Angelo). Per porvi rimedio, l’urna fu affidata ad un carro di buoi posto all’incrocio della via che si diramava per i due paesi. Senza esitare le bestiole si mossero verso Laurino. Per ricordare l’evento, nel centenario del 1982, la teca in cui riposa Sant’Elena fu portata in processione proprio su un carro trainato da buoi. Fra i più noti miracoli, invece, vi è senza dubbio il prezioso aneddoto delle rose. Un giorno Elena prese del pane nascondendolo nel grembiule per donarlo ai poveri. Il padre chiese alla giovane di svuotarlo. Subito ne uscirono delle rose. Ed è forse il ‘miracolo delle rose’ a confermare l’immensa benevolenza della piccola anacoreta che ininterrottamente, da secoli, riecheggia nella storia di Laurino.
Sant’Elena di Maggio
La festività di Sant’Elena continua ad interessare diversi momenti dell’anno. Più occasioni sono state istituite nel corso del tempo. Ne ricordiamo due in particolare, che esistono da tempi remoti, e rappresentano l’apice della spiritualità laurinese. Una è la ricorrenza primaverile che può essere chiamata ‘Sant’Elena di Maggio’ che si tiene il giorno 22 di questo mese. Nella sera di vigilia le ‘fanòie’ testimoniano la grande partecipazione di una volta quando in tanti arrivavano nel cuore della notte e trovavano calorosa accoglienza nell’ospitalità della popolazione locale. Vi sono ancora i ricordi delle numerose compagnie che, armate di cénte e stendardo si raccoglievano intorno ai falò, pregando e intonando canti a Sant’Elena. Un altro appuntamento importante si tiene nel periodo estivo. Il 18 agosto è, infatti, un momento molto sentito, questa volta soprattutto dagli stessi laurinesi e, in particolare, quelli che risiedono fuori e fanno ritorno proprio per prendervi parte.