Cilento, San Giorgio e San Marco: quando popolarmente finisce l’inverno…
Cilento: due importanti ricorrenze. La fine del mese di aprile custodisce due appuntamenti religiosi che, ad una prima analisi, godono di un’importanza marginale nel Cilento. Si tratta delle ricorrenze di San Giorgio il 23 e San Marco il 25. Popolarmente sanciscono la fine dell’inverno e rivelano i tempi giusti per iniziare a pieno regime la lavorazione dei campi. Solo a questo punto le colture possono ritenersi al riparo dal freddo.
San Giorgio nel panorama culturale del Cilento
Un antico monastero, probabilmente, restituisce le sue vestigia nel territorio di Casal Velino. Oggi il nome di San Giorgio risuona solo nella toponomastica nella località che porta appunto la sua denominazione. Dalle colline che degradano sul mare bisogna poi risalire verso l’interno e raggiungere il piccolo centro di Novi Velia, alle pendici del Monte Gelbison per parlare di San Giorgio. Qui si trova l’antica chiesa dedicata al martire cristiano annessa all’ex convento dei Celestini. Importante riferimento sociale e religioso nel passato, oggi riecheggia tra le memorie con le sue antiche mura. Una delle due Porte che davano accesso alla città restituisce proprio il nome di San Giorgio. Per concludere questo breve excursus storico raggiungiamo Cicerale dove San Giorgio è patrono. Oggi è portato in processione il 23 aprile e il 19 agosto mentre in passato anche il 16 dicembre come ringraziamento per aver protetto il paese dal terremoto del 1857.
San Marco nel Cilento
Più rapida invece risulta la descrizione del culto di San Marco che, ad oggi, è ben evidente in uno dei borghi marinari di Castellabate. Qui in origine San Marco era venerato solo in una piccola cappella del XVI secolo situata nei pressi del porto. Nella prima parte del XX secolo, quando il borgo di San Marco di Castellabate iniziò rapidamente ad espandersi, diventando anche un’apprezzata meta turistica, si progettò e si costruì una nuova e grande chiesa che, nell’intitolazione, conserva il nome del Santo patrono ‘San Marco Evangelista’. Dalla costa risalendo le colline è possibile raggiungere la montagna storica del Cilento: il Monte Stella. Qui un tempo il 25 aprile si teneva una grande e importante fiera che attirava visitatori da tutti i paesi orbitanti alle sue pendici. Un mercato molto frequentato considerando che il luogo risultava essere anche meta di numerosi pellegrini durante l’anno.
Il proverbio: si nu passa Giorgio e Marchetto vierno nu n’è netto
Esaurita la parte storico-religiosa spostiamo l’attenzione sulla proverbialità. Tra le varianti forse non molto antiche emerge un detto poco popolare che grosso modo recita si nu passa Giorgio e Marchetto vierno nu n’è netto. Vale a dire ‘l’inverno può considerarsi realmente finito solo all’indomani delle festività di San Giorgio e San Marco’. Del resto è risaputo come le ricorrenze cristiane siano un grande riferimento per individuare le stagioni del Cilento che, tra l’altro, spesso non collimano con le rigide date imposte dal calendario, ma rappresentato punti d’inizio e di fine con datazione diversa e se non si tratta della celebrazione di un Santo, allora possono riferirsi ad uno spazio temporale. Per esempio: ‘austo è capo re vierno’ dice un celebre proverbio anticipando in calendario ‘l’inverno’ per l’appunto di un’intera stagione, anzi di più: in questo caso indica tutto il periodo che va dalla fine dell’estate all’intero autunno.