Ostigliano, San Rocco di febbraio: una ‘intercessione chiesta’ ed una ‘grazia ricevuta’
Ostigliano mostra la sua devozione a San Rocco probabilmente a partire dalla seconda metà del 1600. Ci si affidava soprattutto per proteggersi dal contagio della peste. Non di rado però, si invocava la sua benevolenza anche per scongiurare altre malattie oppure per evitare carestie. A differenza degli altri culti presenti in paese, San Rocco vanta meno notizie storiche dovute sostanzialmente a poche note di ricerca.
Ostigliano: lineamenti storici e geografici del ‘900
Ostigliano è uno dei tanti paesi cilentani che ha subito il fenomeno dell’emigrazione e continua a registrare un progressivo calo demografico. Oggi conta circa 300 residenti. Adagiato sul versante interno della collina che fa da sponda all’invaso dell’Alento, si distende in posizione decentrata rispetto alla chiesa madre situata apparentemente in posizione marginale. Ciò è giustificato dalla conformazione urbana esistita negli anni passati. Nel XIX secolo i nuclei abitati si sparpagliavano in modo disomogeneo sui fianchi della collina. Con l’inizio del secolo successivo i casolari di campagna sono progressivamente abbandonati e la popolazione inizia a ritirarsi nei rioni principali. Il Casale, nella parte alta, risulta ben distinto dal sottostante quartiere che assume il nome di ‘Piè di Casale’. Ai margini rimane compatta la borgata Alfano che forse ha costituito la continuità della località San Vito, area un tempo densamente popolata. Sulla strada provinciale, invece, si sviluppa la zona nuova.
San Rocco ad Ostigliano
Osservando la storia del Cilento tra il XVII e il XIX secolo si assiste ad una rapida ascesa del culto di San Rocco. Ne è testimonianza nelle numerose cappelle risalenti allo stesso periodo a partire dalla peste del 1656 che colpì in modo significativo il Regno di Napoli e di conseguenza anche il Cilento. Nel corso della storia, in più occasioni ci si affida alla benevolenza del Santo da Montpellier, soprattutto per chiederne l’intercessione in occasione di epidemie e carestie. Accade a Perdifumo, sempre a febbraio, a Cardile a dicembre e così via. E quando fece cessare il contagio della peste verso la comunità di Ostigliano, fu istituita la ricorrenza di febbraio. Così, oltre al 16 agosto, San Rocco, accompagnato da ori e cénte, in origine usciva in processione il giorno 20; successivamente la festività votiva fu ricollocata alla domenica più prossima, generalmente la terza o la quarta del mese.
San Rocco tra le architetture e la toponomastica
Il patrimonio architettonico di Ostigliano vanta la parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista e alcune cappelle. Non più esistente è l’antica chiesetta di San Vito mentre sono visibili i ruderi dell’originaria costruzione dedicato alla Madonna del Rito, abbandonata negli anni ‘50 del secolo scorso in favore di una cappella al riparo dalle acque del fiume. Inoltre, in paese, sono presenti le cappelle di Santa Maria e di San Rocco. Quest’ultima, per edificazione e titolazione, è la più recente. È ipotizzabile che sia stata costruita intorno al XVII secolo ma in origine era probabilmente dedicata a Santa Sofia. Una testimonianza potrebbe essere la toponomastica locale: la piazzetta del paese e, fino a pochi decenni fa, anche la stessa via ne portava il nome prima di essere ceduta al Santo da Montpellier. Tra le poche note certe, il resoconto di una visita pastorale del 1875 cita la cappella di San Rocco.