Mbuttitelle, la lunga tradizione del Natale nel Cilento
Fino a pochi anni fa, i dolci natalizi, che oggi generalmente assumono varianti diverse, nella forma e soprattutto nell’onomastica, erano le ‘lucerne’ per la forma di stella ottenuta durante la lavorazione. Il richiamo chiaramente ispirato alla luce, che fin dai tempi più antichi ha un profondo significato, in occasione del Natale identifica la stella. Probabilmente calcando l’antica simbologia legata alla nascita di Gesù.
Le ‘mbuttitelle, in una visione-racconto degli anni ‘50
Se gli scauratieddi hanno un alto valore simbolico, proveniente dai più profondi vissuti dei tempi passati, le ‘mbuttitelle vantano al pari un significato ancestrale. Espressione di una cultura fortemente ancorata ai valori cristiani, riecheggiano tra le note di una storia intensa. Entrando nelle case contadine degli anni ’50 ritroviamo le brave massaie a preparare la farcia che servirà a riempire le “ ‘mbuttitelle ”. Siamo a pochi giorni dal Natale. È in questo contesto che, senza alcuna obiezione, la cilentanità padroneggia tra i lumi del focolare accostando la dieta locale alla fede cristiana. È uno di quei casi in cui la ricetta va narrata. Solo così è possibile coglierne l’essenza. Tra la sapienza e la maestria, affiora una gestualità che si traduce quasi in un vero e proprio rituale. Quando una corta giornata invernale sta per finire, nel camino la legna arde. È questo il contesto giusto.
L’onomastica: forme e significati
Bisogna partire dal ripieno. È ‘lu ‘mbuttone’che ci restituisce il nome generico di ‘mbuttitella. E sempre dalla farcitura, che prevede tra gli ingredienti principali la castagna, ecco le più recenti castagnole o castagnelle. Queste ultime però, nulla hanno a che fare con la tradizionale preparazione cilentana del Natale. Tuttavia oggi ne consegue una generalizzata confusione. Come accade con le pasticelle e, ancor più frequentemente con le ‘pastorelle’. Queste ultime sono le più simili. Anche perché vantano anch’esse un significato, questa volta leggendario. Si preparavano in occasione dei matrimoni. Ora, invece, è il caso di rientrare nel pieno della tradizione. È solo quando compaiono sulle tavole le ‘lucerne’ che ben si può cogliere il significato più profondo. Il nome riporta alla forma, originariamente di ‘stella’, simbolo probabilmente della luce. Al contempo è facile ipotizzare un legame con la cometa che, secondo la tradizione, illuminò la notte in cui nacque Gesù.
Mbuttitelle: la ricetta
Farina, uova, strutto sono tra i pochi ingredienti necessari per preparare la sfoglia. Il ripieno, seppur sostanzioso, riflette le poche disponibilità ascrivibili al passato. Alle castagne si aggiungono il cioccolato. Aromi e frutta secca sono varianti di famiglia. Quando la sfoglia è pronta, allora si stende. Tra le mani il mattarello scivola sul piano infarinato. Si ritaglia la pasta. Formelle tondeggianti accoglieranno il ripieno. Si ricopre con un altro disco di sfoglia e si intaglia a distanza regolare, rigirando verso l’interno i lembi di pasta a ritmo alterno. Intervallando le sezioni si ottiene una forma a tentacoli che richiama una ‘stella panciuta’. Non dimentichiamo che si tratta di una ‘mbuttitella! Quasi inconsciamente, di anno in anno, di generazione in generazione, si assiste ad una storia senza tempo. Rimane scolpito nell’animo lo scoppiettar della legna che, nel suo ‘volubile silenzio’ si rende testimone di una tradizione secolare.