E mentre in Italia ‘esci il cane’, in Cilento ‘iesci inda’ e si è decisamente avanti!
‘Iesci inda’! Esordisce così il cilentano che invita ad entrare in modo frettoloso. In Cilento forse si è avanti sulla questione di ‘uscire il cane’. La parlata locale è uno scrigno prezioso che custodisce un patrimonio culturale inestimabile. La varietà espressiva è uno dei punti di forza del dialetto locale e mantiene viva una lingua basata su equilibri socio-culturali che non possono essere ridotti ad una semplice grammatica.
E mentre ‘esci il cane’ in Cilento ‘iesci inda’
Esci il cane! Il giusto quesito da porsi è: è accettabile l’utilizzo di un verbo intransitivo in uso transitivo? Che sia il cane o qualunque altro essere animato o non animato ad essere destinatario dell’azione poco importa. Probabilmente vi sono forme ed espressioni ammesse in alcune realtà locali che non necessariamente riconducono alla grammatica dialettale del posto ma, in via ‘informale’ sono forse ammesse nell’italiano (locale), basato sulla sola ‘popolarità’. Discutere se siano legittime o meno, credo vada più interpretato come ‘sarà il caso di legalizzare’ tali espressioni? E in un mondo dove tutto è in continuo mutamento, dove si è in costante evoluzione, perché non può la lingua adattarsi alla ‘modernità’? Certo è che l’italiano, seppur lingua unitaria, conserva regionalismi che potrebbero tranquillamente entrare a far parte del vocabolario nazionale!
Frasi (s)connesse nel Cilento ammesse: iesci inda!
Ci sono delle locuzioni dialettali che in italiano non sono ammesse. È il caso di quelle frasi idiomatiche che per ragioni di ‘immediatezza’ non guardano alla forma ma al messaggio: breve e deciso. Ecco allora spuntate quelle che io definisco frasi (s)connesse nel Cilento ammesse! Così già prima che andasse in discussione ‘esci il cane’, nel Cilento ‘iesci inda’ è una consuetudine! ‘Dentro’ e ‘fuori’ <<rispetto a…>> sono soltanto una delimitazione di spazio che sia esso reale e tangibile o metaforico. E il significato è così scontato? Probabilmente no. Letteralmente risuona in modo errato per l’udito in ‘esci dentro’. In realtà ‘iesci’ in tal caso è adoperato per ‘entra’ del verbo entrare, difatti il verbo uscire è invece ‘esse’ e dunque sarebbe risultato essere ‘iessi inda’ ma è comunque accettabile, seppur in parte paradossale, l’espressione ‘iesci inda’ col significato di ‘entra dentro’ che ricondotto in forma italiana è semplicemente ‘entra’.
Cosa sono le ‘mie frasi (s-)connesse’?
Ci sono dei modi di dire, assolutamente brevi, che si adoperano nell’immediatezza per esprimere un concetto. Sono piuttosto frequenti nel Cilento ma non sono previsti dall’italiano. Sebbene il dialetto cilentano non goda di una grammatica univoca, riconosce e ammette ‘certe espressioni’ che non hanno una regola ne tanto mento sono contemplate in un settore linguistico ben definito. Tuttavia questo non significa che talune ‘formule espressive’ siano parole volanti senza un perché. Godono ugualmente di un significato schietto e ben preciso. Così alcuni anni fa ho deciso di fare una sorta di nomenclatura terminologica al fine di dare forma e contenuto a tutte queste possibili accezioni che costituiscono una gran ricchezza per il nostro parlato. Rappresentano l’anima astratta di quella che io amo definire lingua cilentana e non dialetto perché questo vernacolo ha una struttura decisamente complessa e che merita certamente di non essere declassata a ‘dialetto locale’.
iesci nel vero dialetto cilentano, significa VAI – purtroppo è ignorata tutta la storia che va dalla caduta di Troia ed all’occupazione saracena ed alla scuola eleatica greca.
Buongiorno, nella “costruzione” esaminata ha il significato popolare, in forma letterale, di “esci dentro”. Il significato di “vai”, tenendo in considerazione la sua giusta osservazione, va analizzato in senso assoluto e, non appartiene al dialetto cilentano, ma in esso è stato adattato probabilmente in tempi remoti. L’articolo si limita solamente all’espressione “iesci inda”.